lunedì 2 luglio 2018

Spiritualità - Causa effetto: Se anche il Dalai Lama ci casca...

Nel libro “La compassione e la purezza”* vengono riportate le conversazioni tra il giornalista scrittore Jean-Claude Carrière e il Dalai Lama. Ad un certo punto il dialogo si sofferma sul tema della compassione e sua santità (come viene spesso chiamato) dice: “La compassione. Questo sentimento logico che troviamo in noi se cerchiamo in profondità. E che deve esercitarsi nei confronti di ogni altra vita che non sia la nostra. Anche se talvolta ci sembra difficile. Così, in questo momento, mi sforzo di provare compassione per coloro che sono chiamati miei nemici, per i cinesi che hanno invaso il Tibet. Le azioni che hanno commesso, e che continuano a commettere, contribuiscono a formare in loro un cattivo karma, di cui riceveranno un giorno o l'altro il castigo.”
Poi dopo qualche pagina il giornalista gli chiede: “A proposito del Tibet, lei non ha ricordato, in parecchi suoi libri, un karma collettivo?”
“Questo fa intimamente parte del nostro insegnamento classico. Quel che vale per un individuo – che sentirà in una delle sue esistenze gli effetti, favorevoli o no, del proprio karma – vale per i gruppi, per una famiglia ad esempio, e anche per una nazione, per un popolo.”
“Il Tibet aveva dunque qualcosa da “pagare”? Questa punizione era inevitabile?”
“È possibile chiederselo. Da molto tempo il Tibet si è tagliato fuori dal mondo, ha rifiutato ogni cambiamento, ogni influsso. Ha voluto credere di essere il solo a possedere la verità, e di poter vivere nell'isolamento.”
“Ma il mondo si è fatto ricordare da lui.”
“Molto duramente. E ci domandiamo in effetti se il nostro karma collettivo non ci abbia portati a questo scontro, rivelatosi un disastro.”
“Si tratterebbe di una forma sottile di responsabilità collettiva?”
“Forse.”
“Oggi lo crede ancora?”
“Come sempre, nel Buhddismo, bisogna distinguere le cause e le condizioni. Le cause principali dell'aggressione, di tante disgrazie e sofferenze, sono da ricercarsi nelle vite anteriori e non necessariamente nei tibetani.”
“Presso altri popoli.”
“Forse anche in altre stelle, altre galassie. Tutto è unito al tutto. Nessun evento può essere considerato come isolato, senza rapporto con gli altri. Ne abbiamo già parlato. Altri esseri sensibili e responsabili, grazie al loro comportamento, hanno potuto creare un karma negativo il cui effetto si è fatto sentire in quel momento. Questa catena illimitata di cause ed effetti è quasi impossibile da chiarire, ma esiste. Tutti i nostri atti hanno un peso. Questo peso si farà sentire, un giorno o l'altro, qui o la, individualmente o collettivamente. A maggior ragione rispettiamo la via del Dharma.”

Ora, non so se il Dalai Lama, come si dice dalle mie parti, ci è o ci fà, nel senso che essendo anche il capo politico del Tibet, cerca magari di evitare di colpevolizzare il suo popolo con argomentazioni teologiche che in qualche modo giustificherebbero l'invasione cinese, oppure se “ingenuamente” sta usando due diversi metri di misura per cinesi e tibetani. Infatti, mentre per i suoi nemici usa una logica conseguenziale molto chiara e semplice: azioni cattive = karma negativo nelle prossime vite dei cinesi, per i tibetani la logica, dopo uno stucchevole tergiversare, si concretizza in: Karma negativo in questa vita = eventuali responsabilità in vite precedenti di non si sa bene chi, addebitabili addirittura ad eventuali altre galassie o stelle! E poi, tanto per completare il quadro della relatività esoterica alla “come mi conviene”, ci ricorda che tutto è uno, che siamo tutti connessi, e che è comunque quasi impossibile stabilire con precisione i rapporti di causa effetto (a parte quando si tratta dei cinesi!)
Se anche sua santità casca nella tentazione di manipolare i rapporti di causa effetto per sostenere la propria causa, come possiamo noi pensare di esservi immuni? La prossima volta che vi affiderete a dimensioni tanto intangibili quanto ipotetiche (karma, vite precedenti, congiunzioni astrali...) per cercare di spiegare le incongruenze della vostra vita, ricordatevi del Dalai Lama e del suo Karma alla “come mi conviene.”

* Collana: i classici dello spitrito, 1997 R.C.S. Rizzoli & Grandi opere S.p.A. Milano, Pag. 121, 159, 160.
 
Trovi l'intero articolo sulla rivista Oltre confine num. 11 pubblicata da Spazio interiore